04/11/2007 19:24

Valle Morobbia

L'uscita dell'autostrada è Bellinzona Sud. Si gira verso Bellinzona e al primo paese, Giubiasco, in una bella piazza con tante strane statue moderne, si gira a destra e si comincia a salire.

La valle è ripida, ma non stretta come le altre, la strada è quasi sempre larga e si sale bene. Si passano vari paesi, a sant'Antonio c'è una chiesa con un'affresco sulla facciata, ma dentro è moderna.

L'ultimo paese è Carena, con la dogana svizzera. Chiusa, e non credo perchè era domenica. Dopo Carena la strada diventa non asfaltata ed un cartello avvisa che a due chilometri è chiusa. Siamo andati avanti per circa un chilometro e poi in un bello spiazzo abbiamo lasciato la macchina. A piedi siamo arrivati fin dove la strada comincia a salire e ci, visto che era mezzogiorno passato, ci siamo autoinvitati a mangiare su di un bel tavolo di pietra, in una baita chiusa ma ben tenuta.

Alle 12,30 il sole ha cominciato a sparire e temevo finisse dietro la montagna ed invece ha superato un picco ed è tornato. Dopo una bella partita a carte in un altro tavolo vicino, anche lui in pietra ma meno rustico, siamo saliti a piedi fino a dove si lasciavano le macchine, al bivio: da una parte si sale al passo di Sant'Iorio e dall'altra alla bocchetta di Sommafiume, per tornare in Italia.

Secondo istruzioni dettagliate in mostra prima di Carena, per il passo di sant'Iorio e giù fino a Porlezza passava la via del ferro, con resti di miniere e attrezzature varie per la lavorazione del metallo. L'unica cosa che abbiamo visto sono dei ruderi, proprio sotto a dove abbiamo mangiato, indicati con la freccia “maglio”. Non sono sceso a vedere, perchè era buio e freddo. Ma forse proseguendo a piedi fino in Italia si vede altro.

La giornata era bella e, tornando indietro la vista arriva fino al lago Maggiore, sotto locarno e, dietro, a montagne innevate che ritengo siano il Monte Rosa o qualchecosa vicino.

E anche in questa valle i sentieri, le strade, le case ed i pascoli sono tanti e tutti ti invitano ad esplorare.

 

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