11/01/2008 08:26

I debiti americani

Uno dei problemi che più mi attira è quello dei debiti americani.

Durante le vacanze di Natale ho letto un discreto libro di Paul Krugman, mi pare "Il silenzio dell'economia” piuttosto vecchio, non ricordo se la data di pubblicazione era il 1990 (è uno dei tanti libri che recupero a basso prezzo nei negozi di libri usati, una delle mie poche passioni).
Già a quell'epoca si cominciava a parlare del “Debito gemello” quello dello stato americano e quello dei privati americani (è giusto?): sia lo stato americano che i privati si indebitano
La situazione non è cambiata, anzi.
Allego, se ci riesco il link ad un articolo che ho recuperato in settimana, dove appunto si parla della situazione attuale.
Gli Stati Uniti non risparmiano e si indebitano. Naturalmente il debito influisce positivamente sull'economia, perché sostiene i consumi e quindi la crescita.
Ecco perché il tema mi affascina: è chiaro che i consumi degli americani sostengono la crescita economica mondiale ma possono crescere senza fine?
Il debito va finanziato e per finanziarlo gli americani vendono dollari ( e il dollaro scende) e attivi: ma fino a quando possono chiedere agli investitori esteri soldi? E non solo perché non è detto che questi siano disposti a darli, ma anche perché la cessione di attivi, se cresce molto, vuol dire anche cessione di quote di controllo sulle aziende ed, al limite, sulla società.
Certo con ogni probabilità un ruolo gioca anche la produttività (Krugman ne parla come della variabile principale della crescita anche se dice che nessun a ancora capito bene che cosa sia la produttività e cosa la faccia crescere),
Sulla produttività ricordo quanto ho letto in un libro di cui dovrei recuperare a casa gli estremi di un inglese, che metteva a confronto le economie europee e americane e trovava appunto alcune differenze nella produttività: identificava nella disponibilità di spazio, mi ricordo, un dei vantaggi degli Stati Uniti.

 

—————

Back