28/01/2008 12:15

Precariato e consumi in Italia e Stati Uniti

Rovistando nel sito noisFromAmeriKa, che ho recuperato dalla Voce.info ho trovato un rimando ad un articolo che si occupa in maniera forse esageratamente critica di una discussione svolta con Epifani a New York.
Nell'articolo, www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Siamo_andati_a_sentire_Epifani , c'è un paragrafo dedicato alla precarietà dove si afferma che è molto più importante “la stabilità dei consumi” che quella del posto di lavoro e dove si legge quanto segue
Perché gli americani, sebbene questa spada di Damocle sia sempre in agguato, riescono a dormire? Perché non fanno processioni a Washington, modello Piazza San Giovanni? Per una serie di buone ragioni: 1) il mercato del lavoro è molto più flessibile, sicché perdere il posto non significa essere condannati a mesi, se non anni di disoccupazione 2) c'è un sistema di assicurazione pubblica contro i licenziamenti, noto come unemployment insurance e 3) ci sono mercati finanziari che, permettendo accesso al credito al consumo, consentono ai più di mantenere stabili i livelli di spesa anche in periodi di disoccupazione. Allo stesso tempo, la flessibilità del sistema fa sì che vi sia una continua riallocazione di risorse umane tra imprese. Tale flessibilità gioca un ruolo chiave in termini di crescita della produttività.
Peccato si tratto solo di un accenno, ma forse il concetto di “stabilità dei consumi” è di uso normale e da qualche altra parte riemergerà
 

—————

Back